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RICORDI DI UN VIAGGIO IN PALESTINA

A volte si è travolti dallo sconforto e dalla paura che non ci sia nulla da fare per scongiurare la catastrofe.

Non so se sia effettivamente così!

Quello che so con certezza è che continuare ad ignorare le cause e le responsabilità di chi ha il dovere di garantire quanto sancito dagli organismi internazionali è doppiamente colpevole nei confronti di un popolo oppresso perché è proprio chi esiste per tutelare la Pace che contribuisce a minarne le possibilità e perché nega l’indispensabile aiuto a chi è più debole e senza diritti, ben sapendo che così facendo sostiene chi pensa ed opera perché sia la violenza e la guerra a porre fine alle aspirazioni di un popolo a vedere riconosciuto il proprio diritto alla vita.

Quella che segue è la pagina che ho pubblicato nel 2020 in occasione della decisione unilaterale di dichiarare Gerusalemme capitale dello Stato di Israele.

Era un modo per ricordare la spirale senza fine di esproprio del diritto del popolo palestinese ad esistere in quanto tale, di cui l’attuale tragedia costituisce l’ennesimo tassello.

Per non dimenticare.

Restiamo umani.

Nel gennaio del 2003 ho partecipato ad un viaggio organizzato dalla Tavola della Pace e dagli Enti Locali per la Pace durante il quale ci sono stati momenti d’incontro con i responsabili degli Enti locali israeliani e arabo-palestinesi, tra familiari di caduti israeliani e palestinesi, una visita di solidarietà a chi era stato espropriato della propria abitazione guidati da un cittadino israeliano che svolgeva un lavoro di sostegno a supporto dei palestinesi espropriati e una visita ad un insediamenti israeliano.  

Un viaggio sicuramente in grado di far comprendere a quanti vi parteciparono le difficoltà crescenti cui si stava andando incontro.

Sono passati 17 anni e la situazione è andata progressivamente peggiorando sia a causa di politiche sempre più vessatorie dei governi israeliani nei confronti dei palestinesi, sia a causa delle divisioni degli stessi palestinesi a cui si è aggiunta una sempre più accentuata incapacità delle Istituzioni internazionali di sostenere un processo finalizzato all’applicazione delle risoluzioni dell’Onu per due popoli e due stati.

In questi giorni, purtroppo questo processo si sta avviando verso un sostanziale disconoscimento conseguente alle scelte del governo israeliano supportate in modo unilaterale dagli Usa.

L’Anpi ha partecipato in questi giorni ad una manifestazione di solidarietà che si è solta a Roma a cui sono seguite delle critiche e anche alcuni distinguo da parte di persone con cui l’Anpi condivide da lungo tempo molte iniziative a cui ha risposto la nostra Presidente nazionale Carla Nespolo.

A me, leggendo questo scambio di lettere, sono tornati alle mente alcuni ricordi di quel viaggio ed alcune immagini che condivido: sono riprese brevi in alcuni casi fatte solo per aiutare a ricordare, un luogo, una situazione.

Le condivido con tutt* coloro che sanno che senza la tutela dei diritti non c’è pace, in Palestina e in Israele, in Siria come in Libia, ad Hong Kong come in Afghanistan.

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